FERRO BATTUTO: LO SAPEVATE CHE ….. ( I parte )

Per bussare alla porta un tempo si usavano i “picchiotti”, ossia dei ferri lavorati con cui si batteva sulla porta. Anche questi, come le chiavi, le insegne, le serrature, ecc., erano lavorati e cesellati a forma di animale (i draghi riscuotevano notevole successo!) oppure di oggetti.
Nel tempo furono poi sostituiti da campanelle ed infine, con l’avvento dell’elettricità, dai moderni campanelli.
Oggetti in ferro battuto: picchiotti Oggetti in ferro battuto: picchiotti a treviso

 

  • Le insegne delle farmacie ( quasi tutte in ferro battuto ) durante la Serenissima dovevano, per decreto, essere diverse l’una dall’altra.
    I simboli riportati su esse si ispiravano a vicende storiche della città, alla religione oppure riportavano riferimenti al luogo in cui le farmacie si trovavano.

Oggetti in ferro battuto: insegna

 

  • Anche le chiavi erano in passato delle vere e proprie opere d’arte.
    Frutto quasi sempre della fantasia e creatività dei fabbri, costituivano un segno distintivo della famiglia.

Oggetti in ferro battuto: chiavi

 

  • All’epoca della dominazione di Carlo Magno aveva sede a Treviso la più importante Zecca d’Italia, che continuò la sua attività anche sotto la Repubblica Veneta.

 

  • “Per la doratura del ferro bisogna sciogliere 2 g. di cloruro d’oro e 20 g. di ferrocianuro di potassio in 200 g. d’acqua. Nel bagno si immergono i pezzi da dorare; la maggior intensità della doratura dipende dal tempo di immersione.
    Gli oggetti estratti dal bagno vanno poi risciacquati in acqua acidulata con acido solforico e strofinati con un panno”.
    (da “Arte e Scienza del ferro battuto” di S. Roffo- ed. Libritalia)