IL MAGLIO NEL FERRO BATTUTO E LE NUOVE TECNOLOGIE

storicheCosa rappresenta oggi uno strumento come il maglio nel ferro battuto?

“Sentire gli odori della fucina e del ferro e ascoltare la musicalità dei magli che battono il ritmo del martello che suona sull’incudine ….” Fabio Ceolin, scultore e fabbro d’arte, sintetizza in poche parole quello che si respira entrando in un’officina del ferro battuto.

Visitandole, si possono trovare sia artigiani ancora legati a luoghi, tradizioni e strumenti antichi per la lavorazione nel ferro battuto che aziende molto avanzate nell’ambito della progettazione, organizzazione e dotazioni (PC, plotter, software, ecc.).

In comune, però, tutte conservano il “culto” del prodotto fatto a mano, con caratteristiche tecniche tramandate nel tempo e lavorazioni che, oggi come allora, affascinano chi vi assiste. I risultati di questo lavoro manuale, poi, riempiono di stupore ed “arricchiscono” chi li ammira, perché costituiscono la dimostrazione inconfutabile della capacità creativa dell’uomo.

Si può constatare come  la lavorazione del ferro battuto abbia avuto un’evoluzione nel tempo solo per quanto riguarda gli strumenti utilizzati. I prodotti finiti rimangono gli stessi, arricchiti oggi da lavorazioni più raffinate (grazie anche al contributo di moderne tecnologie nella fase della progettazione e del disegno) e da una gamma molto varia ispirata agli stili che hanno caratterizzato le varie epoche.

Ricordiamo che nel maglio antico la caratteristica era la forza motrice ricavata dai corsi d’acqua, mentre in quello moderno la forza motrice è data dall’elettricità.

L’origine del maglio per la lavorazione del ferro coincide con lo sviluppo delle macchine idrauliche (XII – XIII secolo). Accanto ai mulini per il trattamento delle granaglie, ai frantoi per le olive, alle segherie, nascono anche i magli per lavorare il ferro.

Ma cos’è un maglio?

Il maglio (dal latino malleus: martello) è, in effetti, un grande martello in grado di compiere un movimento altalenante di battuta; per questo motivo viene definito tecnicamente maglio “ad altalena” o maglio “a leva”.

Nel maglio di un tempo tale movimento era dato da un albero a canne, che coincideva con l’asse stesso della ruota idraulica; era quindi la forza dell’acqua che muoveva la macchina, strutturata in modo da trasformare il moto rotatorio della ruota nel moto alternativo rettilineo del martello.

Fondamentale, naturalmente, era l’esistenza di un corso d’acqua con delle chiuse (per creare un dislivello) e con delle ruote munite di pale su cui cadeva l’acqua, che imprimeva alla ruota il movimento necessario per il funzionamento di tutti i meccanismi del maglio.

Più alto era il dislivello, maggiore era la forza che veniva impressa a questo; il peso della “testa” ricadeva poi su un’incudine fissata a terra, battendo il ferro rovente in lavorazione.

La gamma di prodotti che si potevano realizzare con il “maglio da ferro” (da distinguere dal “maglio da rame”) era piuttosto ampia.

Alcuni fabbri lavoravano esclusivamente elementi in ferro di grande dimensione, come vomeri per aratri, cerchi per carri, ecc.; altri, invece, si dedicavano a settori particolari come l’edilizia, realizzando cardini e cerniere per portoni o battenti, aste per grate e recinzioni, elementi per scale. La maggior parte, però, si specializzava, vista la richiesta, in strumenti per l’agricoltura: forche, badili, vanghe, zappe, tagliafieno.

In realtà, comunque, con il maglio si producevano tutti gli strumenti necessari per i lavori manuali del calzolaio, del muratore, del fabbro, dell’orafo, ecc.

 

Disegno di Franco Mastrovita
tratto dal volume “L’ANTICO MAGLIO DI BREGANZE”
(a cura dell’Associazione Museo del Maglio di Breganze)
 

 

Disegno di Franco Mastrovita
tratto dal volume “L’ANTICO MAGLIO DI BREGANZE”
(a cura dell’Associazione Museo del Maglio di Breganze)

 

E se dal maglio in cui la forza motrice era l’acqua si è poi passati a quello mosso dall’elettricità, oggi le officine del fabbro spesso si presentano come dei laboratori, in cui si impiegano moderni macchinari e tecnologie all’avanguardia che permettono di studiare e migliorare la qualità, anche se la lavorazione e la rifinitura del prodotto rimangono sempre manuali.

Il ferro viene riscaldato con forni a gas o a induzione, mentre al maglio si sostituiscono presse oleodinamiche che rendono più agevoli le operazioni di modellatura e piegatura del metallo. Ma la creatività dell’artigiano, punto di forza ed autentico “valore” della produzione, è rimasta la stessa.

Il fabbro, oggi liberato da tecniche pesanti ed affaticanti, può dedicarsi allo studio, al disegno, alla ricerca di nuovi modi di esprimersi, concentrandosi sull’opera che è il frutto del suo atto creativo (e non un banale assemblaggio di prodotti industriali).