FERRO BATTUTO E VILLE VENETE

FERRO BATTUTO E VILLE VENETE

  L’aristocrazia veneziana da sempre acquisiva possedimenti in terraferma per investire le fortune dei commerci marittimi e, nel contempo, per godere la vita di campagna.
Questa tendenza si accentuò verso la fine del XVI secolo, in quanto l’aumento del prezzo del grano, che Venezia acquistava soprattutto all’estero, fece nascere l’esigenza di provvedere in maniera autonoma al suo approvvigionamento.
Si procedette, quindi, ad attuare lavori di bonifica nella campagna veneziana ed a perseguire una politica di sostegno dell’iniziativa privata sulla terraferma. Come risultato, nel corso del XVII secolo la Repubblica di Venezia riuscì a raggiungere una quasi completa autosufficienza nella produzione di derrate alimentari.

Il possesso di una residenza di campagna divenne uno “status symbol” per la nobiltà veneziana, così i vari Corner, Pisani, Contarini, ecc. costruirono ville lungo il Brenta, tra Venezia e Padova, ed anche nel Trevigiano e nel Vicentino.
La vicinanza della villa ad un fiume era determinata dal fatto che le vie d’acqua, all’epoca, erano le più facili e convenienti per il traffico di uomini e di merci.
I nobili intenzionati a vivere in villa erano perciò pressoché costretti a costruirla in prossimità di un fiume o di un canale, per poter mantenere agevolmente i rapporti con Venezia e trasportarvi quanto veniva prodotto. Questo spiega la presenza, accanto alla villa, di spazi con stalle, granai, magazzini per la raccolta dei prodotti agricoli.
Il contrasto tra la leggerezza e solennità della villa, posta di solito in posizione centrale, e “l’azienda agricola” che le era accanto costituisce una caratteristica di questa tipologia di ville, che per lo più venivano “vissute” dai proprietari nella bella stagione, nel periodo del raccolto, mentre durante l’autunno e l’inverno i nobili preferivano godere della vita veneziana.

Attorno alla villa si realizzavano giardini contenenti le più svariate tipologie di piante ed arricchiti da labirinti, padiglioni, serre; in questa scenografia trovavano armoniosa collocazione cancelli, inferriate, balaustre in ferro battuto dal disegno prezioso e ricercato (i manufatti in ferro erano ideati, in genere, dallo stesso architetto che aveva progettato l’edificio principale).

Esaminiamo ora le caratteristiche delle ville venete, alla luce degli avvenimenti storico-politici succedutisi nel corso dei secoli.

 

 

Il Cinquecento

Nel XVI secolo Venezia fu una delle capitali del Rinascimento, anche se mai come in quel secolo la Repubblica rischiò la sconfitta, il ridimensionamento, addirittura la scomparsa.
Da una parte, quindi, si assistette all’affermarsi di grandi artisti come Bellini, Tiziano, Giorgione, Tintoretto, Cima da Conegliano, Jacopo da Bassano nel campo della pittura, Palladio nell’architettura, Bembo nello stile della lingua italiana, Galileo (a Padova) nelle scoperte scientifiche.
Dall’altra, le guerre contro i Turchi e, soprattutto, quelle con le grandi potenze europee misero fine al grande dominio militare, fino ad allora segno distintivo della Serenissima.

Dopo la sconfitta ed il ridimensionamento Venezia adottò un comportamento diplomatico abile ed accorto, attenendosi ad una politica di neutralità. Non più il mare, ma la terraferma e la campagna divennero il suo campo d’azione.
L’arsenale continuò a fabbricare navi, ma gli investimenti si spostarono sempre più dalla città, cioè dal commercio e dall’industria, alla campagna. Non è un caso che una statistica, prese in considerazione le 1.400 ville costruite in terraferma, registri che alle 84 del XV secolo se ne contrappongono oltre 250 realizzate nel XVI.

La struttura delle ville del Cinquecento si ispira allo stile del Palladio, quindi al classicismo (a differenza di Venezia città, dove si impone uno stile dalle caratteristiche bizantine).

 

Tra le ville più famose del ‘500 ricordiamo Villa Badoer a Rovigo, Castello Giustinian, Villa Barbaro e Villa Emo nel Trevigiano, Villa Cornaro e Villa Roberti nel Padovano, La Rotonda e Villa Godi Malinverni nel Vicentino.

 

ferro battuto e ville venete                                                                                                       Villa Emo – Fanzolo (TV)

 

Il Seicento

Nel ‘600 numerose epidemie scoppiarono in molti territori, decimandone la popolazione. Questi eventi influenzarono notevolmente il modo di vivere, in particolare della nobiltà che trovò rifugio nelle residenze di campagna.
Furono erette chiese come voto della popolazione affinché la peste cessasse.
Politicamente Venezia si trovò schiacciata dalle potenze europee e dai turchi, per cui l’unica politica estera possibile fu quella di contenimento e di difesa. E, non essendo disgiunte politica ed economia, ciò significò la rinuncia ai traffici con l’Oriente e la fine di quel potere commerciale che aveva fatto grande la Serenissima.
Anche questo fu tra i motivi che spinsero la nobiltà a rivolgersi sempre più alla proprietà terriera, preferendo investire sui terreni piuttosto che sui commerci, con guadagni inferiori ma più sicuri.

Un mutamento nella vita in villa si ebbe con il passaggio ai fattori della cura dei campi, per cui la villa, limitando la sua funzione economica, cominciò a dotarsi di maggiori comodità, a manifestare esigenze nuove, di divertimento e, soprattutto, di immagine per una vita sociale diversa.

Tornando agli eventi storici, in questo secolo sorse la contesa con il papato romano; dal punto di vista politico essa si risolse a favore di Venezia (che non abrogò le leggi sulla proprietà fondiaria, come richiesto dal papa), ma, nella sostanza, vinse Roma, perché da quel momento la Serenissima si identificò sempre più con la Chiesa romana.
Non a caso da quel momento, negli spazi delle ville patrizie di terraferma, si cominciarono ad edificare cappelle, chiesette, capitelli (ad uso anche dei viandanti).

Tra le principali ville costruite in questo secolo ricordiamo Villa Contarini e Villa Pesaro nel Padovano, Villa Tiepolo Passi nel Trevigiano, Villa Rezzonico Borella nel Vicentino.

 

ferro battuto e ville venete                                                                                             Villa Tiepolo Passi – Carbonera (TV)

 

Il Settecento

Nel ‘700, pressoché abbandonati traffici e commerci, la nobiltà veneziana dipendeva quasi esclusivamente dalla rendita fondiaria.
Fu questo un secolo pieno di contraddizioni: da una parte vi era la popolazione che, finite guerre e carestie, aumentava di numero, trovandosi di conseguenza in grosse difficoltà economiche in quanto le terre, principale fonte di reddito, non riuscivano a coprire il fabbisogno di famiglie sempre più numerose; ben diversa era la condizione della nobiltà che, in continua diminuzione, rimaneva arroccata al potere e ad una vita basata sull’ozio e sulla mondanità.

 

In tale contesto la villa accentuò sempre più la trasformazione da centro di azienda agricola a luogo di divertimento, di villeggiatura. Anche se questo riduceva la rendita del proprietario e gettava nella miseria i contadini, nelle ville si cominciarono ad inserire nuovi ed originali ornamenti, come fontane, statue, parchi (al fine di impreziosire luoghi per quelli che erano ormai diventati “soggiorni di svago”).
Lo stile adottato in quest’epoca era un miscuglio di classico e rococò (quest’ultimo doveva infatti combattere con la tradizione palladiana, troppo importante per essere dimenticata).
Il gusto francese, o meglio il modello Versailles, si ritrovava più nella grandiosità degli edifici che nei particolari.
Non bisogna poi dimenticare che le ville venivano costruite non più con l’obiettivo di creare aziende agricole o tranquille residenze di campagna, ma con quello di approntare sontuose dimore in cui festeggiare importanti avvenimenti (come l’elezione del Doge, a Villa Pisani) o ospitare degnamente visitatori e artisti.
Così la ville, con l’avvicinarsi della fine della Repubblica, si arricchivano, si adornavano di nuove meraviglie, quasi a voler nascondere con la loro opulenza la decadenza di quella classe patrizia che le aveva volute realizzare.

Tra le principali ville del ‘700 ricordiamo: Villa Barbarigo nel Padovano, Villa Giustinian Salice e Villa Condulmer nel Trevigiano, Villa Pisani e Villa Farsetti nel Veneziano, Villa Cordellina Lombardi e Villa Negri Piovene nel Vicentino, Villa Manin in Friuli.

 

ferro battuto e ville venete                                                                                           Villa Giustinian Salice – Portobuffolè (TV)